Conferenza stampa no, poi sì, infine no: giornalisti lasciati fuori dalla porta di Downing street, a Londra. Per loro, niente tradizionale conferenza stampa ma solo un breve video. È accaduto a Londra, tra ieri e oggi, in occasione della visita della premier italiana Giorgia Meloni a Londra.
Le prime avvisaglie si erano avute ieri, quando – secondo quanto riferito da alcuni colleghi italiani che dovevano coprire l’evento- Meloni avrebbe espresso la sua intenzione di non incontrare i giornalisti per il consueto incontro con la stampa in ambasciata. Downing street avrebbe però poi espresso la volontà di invitare i giornalisti italiani alla conferenza stampa congiunta, il giorno dopo -giovedì- col premier britannico Rishi Sunak a Downing street. A Londra il Governo, in occasione delle visite ufficiali, prevede sempre un incontro con la stampa. Alla fine, però, retromarcia e brutta sorpresa: a cronisti e inviati, è stata concessa solo la possibilità di un breve video, ma nessuna opportunità di fare domande. I giornalisti, compresi ovviamente quelli italiani presenti, sono stato tenuti fuori dalla porta.
“Le istituzioni sono le prime a dover dare l’esempio: parlare con i giornalisti e rispondere alle domande che i cronisti pongono è ciò che deve accadere se si a cuore, davvero, il diritto dei cittadini ad essere informati ” afferma Paolo Perucchini, presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti -. Ciò che si è registrato oggi a Londra, invece, è l’esatto contrario”.
“Questa deriva antidemocratica che parte dal tentativo di evitare domande scomode e mettere un bavaglio alla stampa è pericolosissima e sta prendendo piede in numerosi Paesi europei, a quanto pare anche in Italia -commenta Anna Del Freo, dello Steering Commitee della Efj (Federazione europea dei giornalisti)- un fatto come quello accaduto a Londra è di straordinaria gravità e non deve passare sotto silenzio”.
