La Corte di Appello di Brescia ha assolto con formula piena (“perché il fatto non costituisce reato”) il collega Cesare Zapperi, giornalista del Corriere della Sera, accusato di diffamazione dall’onorevole Giovanni Sanga (PD). I fatti risalgono a un paio di anni fa: il deputato si è rivolto al Tribunale perché si è ritenuto offeso da una serie di post su Facebook pubblicati dal giornalista. Nei post, si parlava del doppio incarico di Sanga quale presidente di Sacbo (la società dell’aeroporto di Orio al Serio) e di deputato.
In primo grado il Tribunale aveva condannato il collega Zapperi a una multa (1.000 euro poi ridotti a 800) e a un risarcimento danni di 15mila euro (a fronte di una richiesta di 50mila). Ma al termine del ricorso in Appello, il tutto è stato ribaltato ed è arrivata l’assoluzione.
“Quella che ha interessato il collega del Corsera, Cesare Zapperi, è una vicenda che dimostra come le querele bavaglio siano uno dei grandi nodi irrisolti per la libertà d’informazione italiana. Il tema deve essere affrontato subito, perché richieste di danni economicamente rilevanti hanno lo scopo di intimidire chi fa cronaca, che deve affrontare spese e processi per difendersi, salvo poi sgonfiarsi perché fasulle nelle aule di giustizia, dove è riconosciuto il diritto di informazione, critica e opinione” afferma il presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, Paolo Perucchini.
Il giornalista non diffama quando critica, assolto in appello dalla querela del politico
