Quarantaquattro anni fa l’assassinio del presidente Alg
In un tempo segnato da crisi e guerre e da aspri conflitti politici e ideologici, si fatica a immaginare che cosa fossero i nostri “anni di piombo”, quando le parole d’odio si trasformavano di frequente in aggressioni, agguati, assassini e ferimenti. Tobagi e i suoi contemporanei conoscevano il rischio e la paura. Walter ne scrisse nei suoi diari, concludendo che il dovere verso la famiglia, la società, e il mestiere di giornalista gli imponeva di andare avanti; non rinunciare al proprio ruolo di testimone e interprete dei fatti. Ruolo che svolgeva al massimo livello come inviato e notista del Corriere della Sera, dopo una rapida carriera che in poco più di dieci anni lo aveva portato a lavorare per quattro giornali quotidiani.
Nel volantino di rivendicazione, i giovani aspiranti brigatisti della Brigata 28 Marzo che lo freddarono sotto casa sua, oltre a citarlo come Presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, lo qualificavano, con sprezzo assurdo, “terrorista di stato”. Un uomo mite, amante del dialogo, pacato anche se fermo nelle proprie convinzioni. Padre di famiglia e religioso. Dello stato era certamente buon cittadino, ma la sua missione era quella del giornalismo: conoscere per capire e spiegare. Nessun pregiudizio, nessun proclama nelle parole e negli scritti.
Si è detto che Tobagi, come anche i magistrati Galli e Alessandrini, venne colpito proprio perché “riformista”, dialogante, lontano da concezioni estreme di guerra civile ideologica. Nei disegni dei terroristi di sinistra si sognava una lotta di classe armata e sanguinosa, secondo gli schemi di Lenin e di Mao.
Quel disegno è fallito; da noi come in altri paesi d’Europa. E la lezione di Tobagi è attuale e contribuisce ad ispirare chi dopo di lui ha gestito il sindacato. Impegnarsi nel mestiere dell’informazione che dà sostanza alla democrazia, individualmente e anche in solidarietà tra colleghi. Sapendo che la libertà di stampa è forte nei principi, ma continuamente insidiata e minacciata. E ciò richiede capacità e dedizione.
Tobagi, giornalista geniale, studioso di storia, capo del sindacato lombardo di categoria, è stato una figura straordinaria. Ma la sua strada può essere percorsa anche dopo tanto tempo.
