Va a Cristina Giudici il Nuovo Premio Vergani 2024, organizzato dal Gruppo Cronisti Lombardi, dell’Alg.
Nella manifestazione di ieri, sabato 16 novembre, all’Istituto dei Ciechi di Milano, la giornalista de Il Foglio è stata premiata per la sua storia che racconta la fuga dall’Afghanistan di Samia Hamasi, ex giocatrice della nazionale afghana di calcio femminile che, dopo aver sfidato il regime dei talebani è riuscita a fuggire in Italia e da qui è riuscita poi a tornare in campo in Germania.
Per le altre categorie i premiati sono stati: per la sezione TV Giuseppe Borello, di Rai 3 per un’inchiesta sul business del biogas a Cremona per la trasmissione “Petrolio”; per la categoria Web Stefania Prandi, della testata IrpiMedia, per un servizio sulle madri braccianti immigrate dall’Est Europa; per la sezione Esteri Giuseppe Ciulla, di Rai 3, per un servizio sul salvataggio in diretta dei migranti dalla Tunisia trasmesso sul programma ‘La Torre e il Cavallo’; per la sezione Fotografia, Stefano Porta dell’agenzia LaPresse, per un’immagine delle ultime inondazioni del Seveso.
Il Premio Vergani ha attribuito anche alcune menzioni che sono andate a: Paolo Moretti e Martina Toppi, de La Provincia di Como, per un’inchiesta sulla revisione del processo a Olindo e Rosa per la strage di Erba; Anna Maria Selini di Altraeconomia per un podcast sulla strage di giornalisti a Gaza; Maria Elena Scandaliato di Rainews24 per un servizio sull’emergenza abitativa a Milano.
Fuori concorso il premio Trasparenza a Lorenza Pleuteri, giornalista freelance, per la ricerca dei nomi dei detenuti morti che non vengono comunicati e Leonardo Cribio del Comitato per la liberazione di Julian Assange – Italia.
I Cronisti, dal palco, hanno lanciato l’allarme sul futuro della cronaca. “Ci stiamo abituando a un’informazione senza contenuti e regole giornalistiche – ha affermato Fabrizio Cassinelli, presidente del Gruppo Cronisti – e a breve il giornalismo rischia di non essere più l’elemento centrale dell’Informazione, che inevitabilmente finirà preda di chi può comunicare di più e in modo più suggestivo, senza alcuna deontologia che non i clic e alcun controllo rispetto ai poteri che la gestiranno”
