Nel corso dell’esame al Senato sul decreto lavoro, tra le molte novità emerse spiccano anche nuove risorse pari a 20 milioni di euro per gestire il prepensionamento dei giornalisti. A prevederlo è un emendamento approvato in aula su presentazione della relatrice Paola Mancini. La modifica autorizza risorse aggiuntive pari a 1,2 milioni per il 2023, 4 milioni per ciascun anno dal 2024 al 2027 e 2,8 milioni per il 2028 per sostenere l’accesso anticipato alla pensione di giornalisti professionisti dipendenti dalle imprese editrici di giornali quotidiani, di giornali periodici e di agenzie di stampa a diffusione nazionale.
Tra gli altri interventi previsti spicca l’innalzamento della soglia esentasse per i “compensi in natura” concessi dal datore di lavoro (dai buoni pasto al bonus bollette) dagli attuali 258 euro a 3 mila euro, ma solo per i dipendenti con figli a carico. Con le coperture trovate in sede di conversione, i fringe benefit saranno esentati oltre che dalle tasse, anche dagli oneri contributivi.
Inoltre, entro i primi dodici mesi i contratti a termine potranno essere non solo prolungati, ma anche rinnovati senza alcun tipo di causale.
E ancora, il lavoro agile – che termina il 30 giugno sia per il privato che per il pubblico – è stato prorogato (nel settore privato) fino al 31 dicembre sia per i lavoratori fragili e genitori con under14. Nella Pubblica amministrazione, invece la proroga è limitata solo a fine settembre e solo per i lavoratori cosiddetti fragili.
